Ombre dei vivi e dei morti

Ombre dei vivi e dei morti

  • Titolo: Ombre dei vivi e dei morti
  • Autore: Lucio Besana
  • Casa editrice: Zona 42
  • Anno: 2023

Che cos'è un'Ombra, se non lo spettro di qualcosa, o qualcuno, che prima c'era e ora non c'è più?

Besana ci trasporta in una saga famigliare a tinte folk horror che si lega alla storia del popolo italiano dall'inizio del novecento a noi ponendoci più domande che risposte, come è giusto che sia.

Cosa significa andare via, se nella Valle nulla se ne va veramente?

 La storia ha inizio con il nostro protagonista (nessuno dei personaggi ha un nome proprio) che durante una scalata con suo padre si ritrova in un rifugio frequentato da ex minatori e figli di minatori. Lì uno degli uomini più vecchi racconta al ragazzo la storia del suo bisnonno (il padre del padre di sua madre), che era un caposquadra ai tempi delle miniere.

La storia finisce con il ritrovamento di un essere da parte della squadra, uno strano gigante di pietra che uccide tutti gli uomini tranne il bisavolo del ragazzo, che da quel momento in poi sarà ossessionato dagli enormi occhi verdi del mostro.

Il protagonista cresce e si sente sempre più distante e lontano dalla Valle, al contrario di suo fratello minore, che invece trova difficoltoso relazionarsi con il mondo della città.

Passano gli anni e la voglia (e la necessità) di lasciare la Valle per il protagonista aumenta, tanto che subito dopo le superiori si trasferisce in città dove resterà a vivere. 

Il fratello minore, invece, deciderà di andare a vivere in eremitaggio nel vecchio rifugio costruito dal nonno in alta montagna.

Alla fino ognuno dei due fratelli farà la sua scelta e non potrà più tornare indietro, perché la Valle trattiene per sempre i suoi figli ma fa sparire gli estranei...

La storia raccontata da Besana si fa leggere con molto piacere, perché riesce a rievocare con rara potenza la calma e la riservatezza della montagna e tutti i suoi misteri. A me leggendo questo racconto è venuto in mente in più di un passaggio un'altra straordinaria narrazione montanara, Le otto montagne di Paolo Cognetti: anche lì ci sono due ragazzi diversi, in cui uno sceglie la segregazione verticale e l'altro invece parte per vedere com'è fatto il mondo oltre i confini delle vette in cui è cresciuto.

Il racconto è scorrevolissimo, pieno di spunti interessanti che parlano non solo della montagna ma anche dell'evoluzione del popolo italiano che, con l'avvento della modernità, è passato in una generazione da contadino a cittadino, dovendo così sacrificare i riti e le credenze legate alla sua terra.

Un libricino che fa più riflettere che paura, ma non per questo meno meritevole. Anzi.

 

  • VOTO: 8

 

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