Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet Street

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  • Titolo: Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet Street
  • Regia: Tim Burton
  • Paese e anno di distribuzione: USA, 2007
  • Durata: 116 min

In una piovosa Londra, durante l’età vittoriana, il malvagio giudice Turpin desidera la bella e virtuosa moglie di un barbiere che fa imprigionare in Australia per un crimine che non ha commesso. L’uomo torna in Inghilterra dopo 15 lunghi anni, usando il falso nome “Sweeney Todd”, ormai completamente folle e votato alla vendetta, e apre bottega a Fleet Street, sopra il negozio di torte salate della signora Mooney: i due presto stabiliscono un singolare accordo, secondo il quale Sweeney sarà libero di sfogare la propria rabbia tagliando la gola ai clienti e la signora Mooney utilizzerà i corpi delle malcapitate vittime per farcire le torte.

La trama del film di Tim Burton non è un’invenzione originale degli autori bensì un’antica eredità della cultura pop inglese: la storia del barbiere di Fleet Street era già da tempo un musical scritto da Stephen Sondheim e Hugh Wheeler, a sua volta tratto dal dramma teatrale omonimo di Chirstopher Bond. E in realtà, le opere teatrali vengono da una serie di leggende metropolitane riguardanti il demonico Sweeney, nate quando il personaggio comparve per la prima volta nei penny dreadful, l’equivalente dei romanzi d’appendice italiani, nel 1846.

Insomma, Sweeney Todd è una figura dell’immaginario vittoriano più tetro e pulp già dall’età vittoriana stessa, e nel panorama odierno non si sarebbe potuto trovare un artista cinematografico più indicato di Tim Burton per farlo sbarcare sul grande schermo.

La tipica estetica di questo regista, fatta di colori scuri sui toni grigio-bianco-nero e di personaggi dai volti pallidi ed emaciati sormontati da grandi occhi qui si sposa bene con la Londra piovosa e sporca dell’800 e con la vicenda grottesca che narra il musical.

Quello che vediamo in questo film è un Burton tipico ma atipico: rispetto ai suoi lavori più famosi, Sweeney Todd è forse uno dei più cupi, dove il gotico sfuma spesso nell’horror, e dove i contenuti grafici sono grandemente presenti. È un film adatto al solo pubblico adulto e le piccole accortezze di stile presenti servono ad aggiungere eleganza e gusto alla pellicola e mai ad alleggerire davvero i contenuti. 

Uno dei punti forti del film è sicuramente il cast: i protagonisti sono le muse di Burton, Johnny Depp e Helena Bonham Carter. Entrambi furono esaminati duramente dal creatore originale delle musiche di Sweeney Todd, che non voleva venissero scelti interpreti solo sulla base della loro nomea e pretendeva voci adatte per dar vita alla sua opera, e guardando il film pare più che giusto abbiano passato il test; sfoggiano una grande bravura, oltre dal punto di vista recitativo, anche canoro.

Non meno notevole è la presenza del compianto Alan Rickman, uno dei più grandi attori della sua generazione, nei panni dell’antagonista, il giudice Turpin, che qui dà prova di grande impegno anche sul fronte musicale, nonostante la sua voce alquanto particolare che avrebbe potuto renderlo meno indicato per un singin-role: la sua, ad ogni modo, è un’interpretazione a 360 gradi che fa quasi passare in secondo piano il cantato, tanto è magnetica la sua figura.

Nel cast figurano anche altri grandi nomi, come Sacha Baron Cohen e Jamie Campbell Bower (qui giovanissimo e ancora semi-sconosciuto, salirà alle luci della ribalta nel 2022 grazie alla sua interpretazione di Vecna nel popolare Stranger things). 

La storia di Sweeney Todd è macabra e angosciante, descrive un mondo privo di bellezza e di giustizia; tutta l’estetica del film è esterna rispetto al contenuto della trama, e si ritrova in elementi come l’attenta cura della fotografia e la colonna sonora ormai iconica.

Questo musical è sicuramente un must per tutti gli amanti del gotico e dell’horror, dato che nasce dalla tradizione più dark dell’immaginario britannico e che trasporta su schermo uno dei più cupi, irriverenti musical mai ideati.

  • Voto: 8/10